Elisa Abbadessa, designer Commedie Italiane
Elisa Abbadessa, designer Commedie Italiane

“Commedie Italiane” ha creato un portale aperto ai professionisti del teatro: è partito tutto da un’idea, tutto è partito da zero. La veste grafica è stata affidata ad Elisa Abbadessa, la giovane ma esperta designer dell’impresa culturale La Bilancia produzioni, il team collaborativo e professionale che ha reso possibile questa operazione. Parliamo della creazione del logo, intervistando l’art director.

I.-A prima vista (!?!) sembrerebbe un errore di ortografia: da cosa sei partita?

E.A.-In quei giorni parlavamo molto dei contenuti del blog, di teatro, di cinema, di grandi maestri della commedia: Comencini, Risi, Monicelli… parlavamo di Monicelli. Dopo giorni continuavo a pensare a una sua frase …“la commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici, degli argomenti che sono invece drammatici. È questo che distingue la commedia italiana da tutte le altre …”.

I.-Questo ti ha suggerito cosa?

E.A.- Mi ha suggerito il fatto che la commedia è un guscio.

I.-Un guscio? Spiegati meglio…

E.A.- Sì, un guscio, un involucro ovattato, uno scudo protettivo che abbraccia, con il sorriso,  le  tematiche di una situazione altrimenti drammatica …mi sono immaginata un nucleo protetto dall’ironia…quello che succede a tutti tutti i giorni…un uovo, un cioccolatino con la sorpresa al centro…

I.- … dall’uovo o dal cioccolatino, come sei arrivata ai simboli?

E.A.-In realtà sono stata giorni a fare tentativi, autostrade di carta… immaginavo la struttura di tutti gli spettacoli: cosa avviene? una situazione positiva, poi scoppia un dramma e poi si risolve…ma volevo un marchio forte, un’ icona …qualcosa che avrei volentieri indossato…passavo ore e ore al computer, dovevo vederla l’idea per desiderare d’indossarla e non stava arrivando!

I.-E quindi cosa hai fatto? Isolamento forzato? Yoga? Una corsa? una cena tra amici?

E.A.-Nulla di tutto questo… qualcosa di meglio: ho preso un aereo destinazione Parigi. Accanto a me c’era una ragazza che scriveva note musicali sul suo pentagramma come se piovesse… la sua scrittura mi ha fatto pensare alla grammatica, ai segni d’interpunzione.

I.-Ti sei messa a disegnare?

E.A.-Lì per lì ho appuntato qualcosa sulla tovaglietta del pranzo… ho pensato punto esclamativo per rappresentare la vivacità della commedia brillante, il punto interrogativo a rappresentare il conflitto drammaturgico, la questione del dramma, il quid, la riflessione che si cela nelle storie, quella che prima e dopo il sorriso ci fa riflettere…I font scelti sono molto comuni, usati per i copioni, li ho sovrapposti, ho stratificato le trasparenze per simboleggiare la forza di una rete fra le professionalità che si mettono in gioco ogni volta.

I.-E i colori?

E.A.- Sono quelli della bandiera italiana ma più freschi, più moderni, mi è sembrato subito nell’insieme un segno semplice e accattivante “easy and catchy”… facile da trovare anche nei titoli delle commedie.

I.-Adesso ti faccio la domanda da un milione di dollari: lo “indosseresti”?

E.A.-Si,certo! in metropolitana vedo che le persone mi guardano incuriosite quando notano il merchandising “Commedie Teatrali Italiane”.